QDS.it 16 Aprile 2020
Iniziativa del sindacato di categoria, Strade, a cui hanno aderito già duemila persone tra cui il Nobel per la letteratura Coetzee. La raccolta firme è iniziata il 9 aprile ed è sostenuta da numerosi intellettuali di tutta Italia
PALERMO – Più di duemila firme in pochi giorni, anche molto prestigiose come quella del premio Nobel per la letteratura J.M. Coetzee.
Ora che la conversione del decreto Cura Italia entra nel vivo, il sindacato dei traduttori editoriali, Strade, si rivolge al premier Giuseppe Conte, al sottosegretario per l’Editoria Andrea Martella, ai ministri Dario Franceschini, Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo affinché prendano in considerazione le istanze dei lavoratori in regime di diritto d’autore, finora esclusi dalle misure straordinarie del Cura Italia.
“Stiamo parlando – spiega Strade – di traduttori, autori, illustratori, fumettisti. Chiediamo l’estensione del reddito di emergenza a questa categoria di lavoratori e la creazione di un fondo specifico per il comparto editoriale, sul modello di quello per lo spettacolo menzionato all’art. 89 del decreto, accessibile anche per figure esterne alle case editrici. Fondo che nella migliore delle ipotesi dovrebbe diventare strutturale. È a repentaglio la sopravvivenza stessa di alcuni mestieri”.
A tale scopo, Strade insieme a Slc-Cgil ha lanciato sulla piattaforma openpetition la petizione “Il Cura Italia non dimentichi la cultura”, sostenuta dalle associazioni italiane Aiti, Aniti – TradInFo, Ai, Icwa, dal sindacato traduttori tedesco VdÜ, da quello spagnolo Ace e dalla Fit – Fédération internationale des traducteurs.
La raccolta firme è iniziata il 9 aprile, registrando l’immediato appoggio di intellettuali come Ernesto Ferrero, Fabio Geda, Vera Gheno, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Roberto Piumini, Christian Raimo, Salvatore Settis, Chiara Valerio, Giorgio Vasta, solo per citare alcuni dei primi firmatari.
Dall’estero, oltre alla firma di Coetzee spiccano quelle di Jonathan Franzen, Robert Menasse, Vladimir Sorokin.
“La riapertura delle librerie, sicuramente positiva, da sola non basterà a salvare la filiera dalle conseguenze drammatiche che rischiano di manifestarsi tra qualche mese”, conclude il sindacato dei traduttori.