Lo scrittore stravince l’edizione del 2019: “Ho imparato dalle sconfitte che mi hanno isolato dal mondo e fatto tornare più forte di prima”.
Giuseppe Fantasia 05/07/2019
Finalmente per Antonio Scurati il Premio Strega non è più “una persecuzione”, come ci disse qualche giorno fa a Parigi, alla presentazione della Cinquina dei finalisti, lui che per due volte è stato candidato senza mai vincere (in una delle due, perse per un solo voto). “Non lo faccio per il successo, che in molti casi è il participio passato del verbo succedere, ma per la gloria”, aggiunse.
Vediamo cosa succederà adesso che è lui, neo cinquantenne, il vincitore di questa 73esima edizione con 228 voti, andando ben oltre le aspettative, con circa cento punti di distanza da Benedetta Cibrario, arrivata seconda con 127 voti e da Marco Missiroli con 91 che, fino all’ultimo, con grande signorilità e sportività, ha tifato per il suo “rivale”.
È “M, il figlio del secolo”, pubblicato da Bompiani – come previsto è più volte scritto – il libro più amato dagli Amici della domenica e dai lettori, visto che ad oggi ha già venduto più di centoventimila copie. “Quel liquore l’ho bevuto sin da bambino, grazie a mia nonna”, ci disse Scurati durante una cena parigina. E ieri sera, al Ninfeo di Valle Giulia, in una delle edizioni più “sudate” di sempre, ha dedicato il premio, dopo una lunga bevuta del liquore dorato, proprio ai nonni e ai padri “che furono sedotti e poi oppressi dal fascismo”, ma soprattutto “a quelli che tra loro trovarono il coraggio di combatterlo”. “Ho imparato dalle sconfitte che mi hanno isolato dal mondo, ma fatto tornare più forte di prima”, ci dice prima di dedicare il premio a sua figlia Lucia e a tutti i figli, “sperando che non tornino a vivere quello che si è vissuto cento anni fa”.
Con il suo libro, il primo di una trilogia, è andato a ricostruire la vita politica di Mussolini fino al delitto Matteotti. “Credo nella letteratura come forma superiore della conoscenza”, ci ha detto. “La storia del fascismo, della sua fondazione e della conquista del potere, è stata raccontata in migliaia e migliaia di libri da storici di professione, ma mai entro la forma del romanzo, eminentemente democratica da parte di uno scrittore del periodo successivo alla guerra che il fascismo stesso non lo aveva subito”. “Noi generazione del ‘dopo’, sentiamo il bisogno di storia e andiamo alla ricerca perduta della storia stessa”. “Siamo sotto la dettatura e la dittatura della cronaca, ma viviamo, lo ribadisco, solo nel presente. Ho cercato di ritrovare il sentimento della storia, ho voluto raccontarla come una cronaca immergendo il lettore nel farsi degli eventi facendo entrare il lettore nella forca di Mussolini. Volevo raccontarlo nell’istante stesso in cui diveniva ciò che sarebbe stato”.
M, il figlio del secolo è “un romanzo documentario”, come lo definisce l’autore, perché nessuno degli avvenimenti o personaggi come le parole presentate sono stati inventati. “È un romanzo storico perché il presente è troppo corto, il passato è fondamentale”. Non c’è nessun dialogo di invenzione. Lo scrittore ha “solo” dato il suo contributo che è stato decisivo. “Nel momento in cui la storia c’è stata, i destini sono stati compiuti e non possiamo riavvolgerne i nastri per impedire che il fascismo conquisti il potere, ci sei tu che la racconti secondo scelte d’invenzione non arbitraria a partire proprio dai personaggi”. Lui ha scelto di raccontarne sette su centinaia, “un margine ristretto, ma è stato decisivo”. “L’arte e la letteratura sono – continua – una forma superiore della conoscenza. Mi auguro che questo libro possa contribuire a una nuova generazione cosa sia stato il fascismo, ne sento la responsabilità. Per il 99 per cento è una palestra di antifascismo, per l’un per cento è un rispecchiarsi in Mussolini, ma per fare questo, dovevi essere fascista già da prima”. Cercate di conoscere e leggete, conclude Scurati, perché questo sono il piacere più raffinati. Spero davvero che storie come quella di Mussolini non si ripetano. Il mio libro è la dimostrazione che anche un libro di più di ottocento pagine con un argomento complesso può incontrare centinaia di migliaia di lettori. Confido nell’intelligenza dei lettori. È sempre più difficile formare di nuovi, faccio l’insegnante e so cosa vuol dire. La mia è stata una grande sfida”.
Tutti i numeri dello Strega
La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee, pari a 660, ha portato alla vittoria del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega, il romanzo di Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo (Bompiani), con 228 voti. Seguono Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori), 127 voti; Marco Missiroli con Fedeltà (Einaudi), con 91 voti; Claudia Durastanti con La straniera (La nave di Teseo), con 63 voti; e Nadia Terranova con Addio fantasmi (Einaudi), con 47 voti; per un totale di 556 voti espressi.