In un incontro sulle Parole mancanti, un’iniziativa dell’associazione di traduttori StradeLab presentata nell’ultima edizione di Più libri più liberi (Roma, 5-9 dicembre 2018), lanciai l’idea di coinvolgere, nella traduzione di parole apparentemente intraducibili provenienti dalle più diverse lingue, i nostri dialetti. Una traduttrice,Andreina Lombardi, rispose volentieri al mio stimolo e propose, a traduzione di aftselakhis (yiddish), il napoletano cazzimma. Rilancio ora qui quell’iniziativa, di cui daremo conto durante il Festival dell’italiano Parole in cammino (Siena, 5-7 aprile 2019), coinvolgendo i nostri affezionati lettori de Il Fatto Quotidiano. Premieremo la traduzione migliore con un dizionario italiano-inglese e un dizionario italiano dell’uso.
Dalla traduzione in dialetto di una serie parole elencate più avanti, realizzata in collaborazione con la stessa StradeLab (grazie al supporto di Simona Mambrini) e con l’associazione Twitteratura e Betwyll, non è stato escluso l’inglese: nell’elenco delle parole da tradurre riportate di seguito c’è dunque anche un certo numero di anglicismi. Fra le parole inglesi selezionate c’è fake news. Un linguista, Fiorenzo Toso, ne ha individuato una possibilità traduttoria vernacolare nel genovese ciæto (“pettegolezzo malevolo”, o per l’appunto “diceria senza fondamento”). Ecco l’elenco, allestito da StradeLab (definizioni comprese), delle parole non inglesi da tradurre in un dialetto a scelta della nostra penisola:
1. Aftselakhis (sostantivo, yiddish). L’impulso o il bisogno di fare esattamente la cosa che qualcuno ci proibisce di fare, con lo scopo di farlo arrabbiare.
2. Fremdschäm (sostantivo, tedesco). La vergogna che si prova per qualcuno.
3. Fylleangst (sostantivo, norvegese). La paura di aver detto o fatto qualcosa di stupido di cui non ci si ricorda, e che ci assale il giorno dopo una tremenda sbronza.
4. Geborgenheit (sostantivo, tedesco). La sensazione di essere al sicuro, al calduccio, come in un nido o nel ventre materno.
5. Gjensynsglede (sostantivo, norvegese). La gioia di rivedere qualcuno dopo molto tempo.
6. Koselig (aggettivo, norvegese). Descrive un’atmosfera piacevole, rilassante, e definisce ciò che ci fa sentire bene, che è accogliente, dà calore e in qualche modo ci “coccola”.
7. Μάγκας (sostantivo, greco moderno). È l’uomo del popolo, sicuro di sé fino a essere arrogante. Si distingue dagli altri nel comportamento, nelle movenze, nell’abbigliamento. Ha esperienza ed è ammirato dagli altri. È un duro ma anche un giusto, non approfitta dei deboli e non si fa sopraffare dai prepotenti. Il termine si usa, nel registro colloquiale, anche come formula di saluto.
8. Nombrilisme (sostantivo, francese). L’atteggiamento egocentrico di chi pone sempre se stesso al centro dell’attenzione (letteralmente: di chi si contempla l’ombelico).
9. Rubberneck(er) (sostantivo, inglese). È il curioso che guarda con fare morboso, spinto da un impulso irrefrenabile, ciò che è sconveniente o indiscreto. Il termine è diverso da guardone, e anche da curioso.
10. Schadenfreude (sostantivo, tedesco). La gioia maligna che si prova per la sfortuna altrui.
11. Sehnsucht (sostantivo, tedesco). È collegato al desiderio doloroso di non riuscire a raggiungere un determinato oggetto ed è simile alla nostalgia, ma lo struggimento che si prova è per qualcosa che non è stato e (forse) mai sarà. Sehnsucht viene da sehnen (“anelare”, “sognare”, “avere voglia”) e Sucht, che indica propriamente una smania (per es. di cibo), un desiderio irrefrenabile, la brama di un vizio (e, quindi, la dipendenza da esso: droga, alcol o altro). Letteralmente è un “desiderio del desiderio”.
12. Sisu (sostantivo, finlandese). È il particolare atteggiamento mentale, tipicamente associato al popolo finlandese, connotato da un misto di forza di volontà, coraggio, tenacia e razionalità. La parola deriva da sisus, che significa “intimo” o “interiore”.
13. Sobremesa (sostantivo, spagnolo). Le chiacchiere che s’imbastiscono davanti a una tavola ancora imbandita, tirando per le lunghe la fine del pranzo.
14. Solochvåra (verbo, svedese). È formato dalle parole sol (“sole”) e vår (“primavera”), e significa illudere una donna corteggiandola in modo serrato al solo fine di estorcerle del denaro.
Queste, invece, le parole inglesi di cui trovare un traducente dialettale:
1. avatar
2. comfort food
3. coming out
4. contactless
5. cool
6. default
7. doodle
8. fake news
9. flat tax
10. location
11. mobbing
12. mood
13. must
14. (to) scroll
15. smart card
16. spoiler
17. stalker
18. startup
19. touchpad