Tra i lavoratori della conoscenza (o knowledge worker) ci sono tre ruoli che hanno molti tratti in comune, al punto da essere spesso confusi tra di loro. Stiamo parlando di coach, mentor e tutor.
In questo articolo ci proponiamo di mostrare le affinità e le differenze tra le attività di coaching, mentoring e tutoring.
Che cos’è il coaching
Il coaching è un’attività di affiancamento e guida da parte di una persona, il coach, verso un cliente o allievo. Non a caso il termine coach è equivalente al termine allenatore.
Il coach aiuta l’allievo in un percorso di sviluppo personale, sia esso professionale o sportivo.
I punti su cui il coach lavora sono innanzitutto la consapevolezza e l’autostima, poi il senso di responsabilità, la capacità di fare le scelte giuste.
L’Associazione Coaching Italia rilascia un attestato di qualità e di qualificazione professionale. Secondo questa associazione, il rapporto tra coach e cliente è alla pari, e il coach elabora strategie per accompagnare il cliente nella realizzazione di determinati obiettivi.
Dagli anni Novanta il coaching è entrato nel mondo delle imprese. I manager si fanno affiancare da un coach nel proprio percorso di sviluppo personale con ricadute positive in campo lavorativo.
Si è sviluppata la figura del business-coach, un consulente esterno che lavora sulle prestazioni, sui risultati e sul lavoro di squadra.
Il coaching si distingue perché non impone idee o contenuti, ma aiuta nell’ambito di un processo che deve portare il cliente a raggiungere soluzioni e verità personali.
Che cos’è il mentoring
Il mentoring è un metodo di formazione. Il mentore, dotato di maggiore esperienza, aiuta un allievo a sviluppare competenze negli ambiti formativo, lavorativo e sociale.
Il mentore trasmette all’allievo, a fini di crescita personale e professionale, conoscenze e competenze.
La figura del mentore è complessa. Egli deve avere diverse capacità: leadership, empatia, sicurezza, capacità di ascolto, adattabilità, creatività ed etica. L’allievo, da parte sua, nutre stima e fiducia verso il suo mentore, presupposti necessari affinché si lasci guidare.
Il modo classico in cui questa figura lavora è il one to one, cioè il rapporto regolare e prolungato faccia a faccia con l’allievo, da vicino o a distanza.
Dal punto di vista tecnico, il mentore, mentre accompagna l’allievo nel suo sviluppo, semina con insegnamenti che possono non essere subito chiari all’allievo, per poi raccogliere i risultati della semina alla fine. Il mentore, inoltre, porta l’allievo a un cambiamento, a guardare le cose da altre prospettive, a agire diversamente.
In campo lavorativo, la figura del mentore è utile a favorire l’inserimento del cliente in una organizzazione.
In campo scolastico, il mentore interviene sul disagio dei giovani e il fine è il reinserimento del giovane nell’istituzione.
Che cos’è il tutoring
Il tutoring è un’attività di accompagnamento verso l’allievo o studente che ha bisogno di supporto sia emotivo sia cognitivo.
Etimologicamente, tutor è un termine di origine latina che significa “sostenere”, “colui che dà sicurezza”.
Il tutor svolge la sua professione nei campi scolastico e universitario e nei corsi di formazione professionale. Nelle università è una figura legalmente riconosciuta.
Il tutor può essere anche un mediatore tra insegnanti e allievi. Il tutor, infatti, osserva l’allievo, ne coglie le esigenze e può suggerire agli insegnanti come intervenire.
Una caratteristica fondamentale del tutor è l’empatia, in quanto deve comprendere l’allievo per coglierne le esigenze.
La figura del tutor negli ultimi anni ha trovato un campo privilegiato nell’E-learning, e cioè nell’apprendimento in rete. Il tutor conduce e assiste la formazione di un allievo o di un gruppo.
Affinità e differenze tra coaching, mentoring e tutoring
Le attività di coaching, mentoring e tutoring, come si può evincere, hanno un punto in comune piuttosto rilevante: tutte e tre puntano sull’accompagnamento di un allievo/cliente nel suo percorso formativo o professionale. Per tale motivo, dall’esterno, è facile confonderli.
Un’altra caratteristica comune è il modo di approccio lavorativo verso il cliente: si tratta della modalità one to one, uno a uno, una modalità privilegiata rispetto a un lavoro sul gruppo. Il motivo della preferenza di tale modalità è presto detto: queste attività richiedono un lavoro molto intensivo sulle persone.
Ognuna di queste attività, tuttavia, presenta delle proprie peculiarità che rappresentano dei tratti distintivi forti.
Il coaching è un tipo di accompagnamento che vuole portare il cliente a un miglioramento senza imporre idee o contenuti esterni: il cliente ha in sé le possibilità per raggiungere determinati obiettivi, vanno solo stimolate o potenziate.
Il mentoring, a differenza del coaching, richiede che il mentore fornisca all’allievo materiali e idee esterni. Tale attività, inoltre, si esplica soprattutto in campo scolastico o professionale per favorire l’inserimento delle persone che hanno difficoltà ad adattarsi a un determinato contesto.
Il tutoring è un’attività di supporto e di mediazione richiesta nei campi scolastico e universitario e in quello della formazione professionale. Il tutor oggi è diffuso nell’ambito dell’insegnamento online, l’E-learning.