Dal 14 febbraio in tutte le librerie l’inchiesta della giornalista di Radio Rai Azzurra Meringolo Scarfoglio sulla repressione che ha spinto centinaia di egiziani – giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani – a fuggire dal loro paese dopo il golpe compiuto dai militari nel 2013.
Roma, 7 febbraio 2019, Nena News – A otto anni dalla rivoluzione del gennaio 2011, la popolazione egiziana è sottoposta a un attacco senza precedenti alla libertà d’espressione. “Durante quella rivoluzione – si legge nel testo della campagna “Egitto: una prigione a cielo aperto per chi esprime critiche”, promossa da Amnesty International – erano decine di migliaia le persone che protestavano per chiedere maggiore protezione per i diritti umani”; oggi chi manifesta pacificamente il proprio dissenso nei confronti della presidenza di Abdelfattah al-Sisi, mette gravemente a repentaglio la propria vita e quella dei propri familiari.
“Mai come oggi, nella storia recente del Paese, è così tanto pericoloso criticare apertamente il governo. Sotto la presidenza di al-Sisi c’è stato un attacco senza precedenti nei confronti di chi ha espresso le proprie idee e che per questo è stato trattato alla stregua di un terrorista”, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne di Amnesty International sull’Africa del Nord.
Nel corso del 2018 almeno 113 persone sono state arrestate con l’accusa di aver espresso in modo pacifico le loro opinioni. Molte di loro sono state trattenute in carcere per mesi e poi portate in giudizio, anche davanti alla corte marziale, con le accuse di “militanza in gruppi terroristici” e “diffusione di notizie false”.
La repressione in corso ha spinto molti a scappare dal Paese, preferendo l’esilio. Come racconta la giornalista Azzurra Meringolo Scarfoglio in “Fuga dall’Egitto, Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe” (Infinito edizioni, 15,00 Euro), in libreria dal prossimo 14 febbraio, sono centinaia i giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani costretti a mettersi in salvo fuggendo dal loro Paese quando, dopo il golpe dell’estate del 2013, i militari sono tornati al potere.
I nuovi esuli egiziani sono dispersi nel mondo per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio – dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche.
Dalla diaspora raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio, spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia dell’Egitto contemporaneo. E tra gli esuli che sognano di tornare in patria nasce anche una nuova intellighenzia, che lavora per quando in Egitto tornerà la libertà.
“Azzurra Meringolo con questa panoramica umana sugli esuli da un Paese governato da una dittatura ci sollecita a non lasciare nel dimenticatoio donne, uomini e processi che non abbandonano il campo a seguito di una sconfitta, ma la metabolizzano e riprendono il cammino con altre modalità, ma con lo stesso orizzonte ideale”. (Moni Ovadia)
“L’Egitto è considerato da molti Paesi occidentali un partner chiave nella lotta al terrorismo a livello regionale e questa è la giustificazione usata per rifornirlo di armi, software di sorveglianza e altro materiale, nonostante le prove che dimostrano il loro utilizzo per commettere gravi violazioni dei diritti umani”. (Riccardo Noury)
L’autrice
Azzurra Meringolo Scarfoglio è giornalista della redazione esteri del Giornale Radio Rai. Ha vissuto in Egitto prima e dopo la rivoluzione del 2011, durante il suo dottorato di ricerca. Da lì ha scritto “I ragazzi di piazza Tahrir” (premio di scrittura Indro Montanelli), al quale ha dedicato il suo blog. Ha vinto il premio giornalistico Ivan Bonfanti (2012), il premio Maria Grazia Cutuli (2013) e il Franco Cuomo International Award (2014). Nel 2016 ha pubblicato “Il sogno antiamericano”. Ha trascorso gli ultimi dieci anni tra Medio Oriente, Stati Uniti e Italia, lavorando come ricercatrice all’interno dell’area Mediterraneo e Medio Oriente dell’Istituto Affari Internazionali. È docente a contratto all’Università Roma Tre e al Master in Economia e Istituzioni dei Paesi Islamici della Luiss. È membro del comitato scientifico di WIIS Italy, di cui è fondatrice. Fa parte del German Marshall Fund Alumni Leadership Council. Su Twitter potete seguirla come @ragazzitahrir