Giova tuffarsi nella lettura di uno splendido romanzo come Middle England di Jonathan Coe per cercare di capire il terremoto psicologico, culturale, economico, morale che sta scuotendo il mondo occidentale alimentando la secessione «populista».
27 gennaio 2019 di Pierluigi Battista
Se la smettessero di piagnucolare come bambini viziati a cui hanno levato i giocattoli; di inveire contro il popolaccio che se ne va per conto proprio senza chiedere permesso; di prendersela con i complotti degli hacker russi e sciocchezze simili; di indossare i parrucconi dell’Ancien Régime e scandalizzarsi per la volgarità dei nuovi sanculotti; se insomma si mettessero a leggere e studiare, esercizio che hanno smesso di praticare da un pezzo, le nostre frastornate élite potrebbero rivolgersi alla letteratura, che ha antenne sensibili, e tuffarsi nella lettura di uno splendido romanzo come Middle England di Jonathan Coe (tradotto e pubblicato in Italia da Feltrinelli) per cercare di capire il terremoto psicologico, culturale, economico, morale che sta scuotendo il mondo occidentale alimentando la secessione «populista».
È letteratura, non un trattato scientifico, ma forse un romanzo con una sua trama non riducibile a un’indagine di sociologia (come quello, animato da un altro punto di vista, di Michel Houellebecq, Serotonina, pubblicato dalla Nave di Teseo, per esempio) sa cogliere il caleidoscopio di umori, percezioni, ossessioni, frenesie, sentimenti, risentimenti che stanno tagliando in due le società sinora collocate nel campo liberal-democratico. Due mondi, due linguaggi, due modi di essere e di vivere che non sanno più parlarsi, spaccate da un muro invisibile, ma reso drammaticamente visibile nel referendum sulla Brexit. La metropoli da una parte e dall’altra la provincia, che non è solo campagna ma anche le città private dell’industria e della classe operaia: Londra e l’«Inghilterra profonda» che rimpiange la caccia alla volpe e odia il «politicamente corretto» che ne vieta la pratica, il multiculturalismo e la tradizione, la posa cosmopolita e l’attaccamento alla consuetudine, l’Europa come scambio e opportunità e l’Europa come vincolo, regole soffocanti, dittatura burocratica, l’apertura e l’orgoglio di un’isola speciale, chiamata a un destino speciale. Due mondi che si guardano con ostilità, quasi apertamente in guerra. Si capisce dove batta il cuore di Coe, ma la forza della sua immaginazione letteraria rende bene pregiudizi e fissazioni di ambedue i campi. Leggere Middle England può aiutare a capire, ad abbandonare un ridicolo sentimento di superiorità oltraggiata che sta accecando un’élite arrogante. Ricominciamo a studiare.