È improvvisamente venuto a mancare, all’età di sessantacinque anni, Giuseppe Lippi, uno dei più importanti esperti italiani di narrativa fantastica, fantascientifica e orrorifica. Il saggista, critico, traduttore, appassionato di cinema e di fumetti vintage era ricoverato nell’ospedale di Pavia già da qualche giorno. Lo ricordiamo come firma di spicco della collana Urania della Mondadori e per le recenti edizioni delle opere di H.P. Lovecraft, Clark Ashton Smith e Robert E. Howard
Giuseppe Lippi era nato a Stella Cilento, in provincia di Salerno da padre cilentano e madre napoletana e proprio Napoli fu la città dove nel 1958 si trasferì all’età di cinque anni. Lì rimase fino alla maggiore età quando andrà a studiare a Trieste laureandosi in Lettere con una tesi proprio sulla letteratura fantastica.
Dal 1986 al 1988, dopo un’attività che lo aveva visto collaborare con la rivista specializzata Robot fondata da Vittorio Curtoni, Lippi tornò a Napoli sposandosi e comprando casa al Vomero. In quel periodo iniziò una collaborazione con Il Mattino e organizzò le prime edizioni del festival Futuro Remoto. Decise poi di trasferirsi a Milano per collaborare con la Mondadori per poi ritirarsi anni dopo a Vigevano. Fu visto l’ultima volta a novembre a Trieste al Trieste Science+Fiction Festival, per celebrare il cinquantenario del film 2001: Odissea dello Spazio.
È famoso per aver avuto un pensiero molto controverso misto a irridenti simpatie di destra e amore per il genere fantasy e fantascientifico (spesso questi due aspetti vanno a braccetto). In ogni caso resterà un punto di riferimento per molti italiani che avranno voglia di avvicinarsi ad un genere sempre in voga nel panorama nazionale.