Un’iscrizione cananea scoperta in Israele è l’ “anello mancante” nella storia dell’alfabeto

Ariel David, Alba Canelli (translator), Tlaxcala, 20 aprile 2021. Secondo gli archeologi, il minuscolo frammento di ceramica con un’iscrizione trovata a Tell Lachish, ha 3.500 anni ed è il più antico testo del Levante meridionale che utilizza una scrittura alfabetica piuttosto che pittografica.

Gli archeologi che hanno scavato nell’antico insediamento cananeo di Tell Lachish hanno scoperto un frammento di ceramica di 3500 anni fa con quello che credono essere il più antico testo trovato in Israele scritto in una scrittura alfabetica. Si conoscono testi cananei più antichi, ma erano scritti usando geroglifici o caratteri cuneiformi.
La scoperta della scrittura alfabetica riempie un vuoto nella storia di una scrittura che fu apparentemente sviluppata da migranti cananei nell’antico Egitto. Dal Levante, il sistema di scrittura si diffuse in tutto il mondo, diventando il sistema più utilizzato fino ad oggi.

Tornando a Tell Lachish, il minuscolo frammento è il residuo di un vaso d’argilla che era stato importato da Cipro e scritto con inchiostro a Canaan. Misurando solo 4 centimetri per 3,5 centimetri, il frammento contiene una manciata di caratteri distribuiti su due righe. È stato scoperto nel 2018 da una spedizione austriaca che conduceva scavi a Tell Lachish ed è stato pubblicato giovedì sulla rivista Antiquity (leggi qui).

Mentre gli esperti stanno faticando per decifrare il breve testo (più sotto), sono sicuri di poterlo datare intorno al 1.450 a.C., all’inizio della tarda età del bronzo. Questo fornisce ai ricercatori un “anello mancante” nella storia dell’alfabeto, collegando le precedenti iscrizioni alfabetiche trovate in Egitto e nel Sinai con i testi più tardi scoperti in Canaan, dice Felix Höflmayer, un ricercatore presso l’Istituto Archeologico dell’Accademia Austriaca delle Scienze.

Durante la successiva Età del Ferro, questo alfabeto proto-canaanita si è evoluto nei sistemi di scrittura utilizzati dai popoli del Levante. Gli antichi israeliti lo usarono per scrivere la Bibbia ebraica, mentre la versione fenicia della scrittura fu diffusa dai mercanti attraverso il Mediterraneo, in Grecia e poi a Roma, diventando infine l’alfabeto latino che stai leggendo ora.

La quarta missione di scavi a Tell Lachish

Quando i geroglifici confondono

Ma le origini dell’alfabeto sono ancora avvolte nel mistero. I primi esempi di scrittura alfabetica sono stati trovati scarabocchiati sulle rocce a Wadi el-Hol, nel deserto occidentale dell’Egitto, e a Serabit el-Khadim, un’antica miniera egiziana di turchese nel Sinai meridionale, spiega Höflmayer. Questi cosiddetti testi proto-sinaitici risalgono al 19° o 18° secolo a.C. e gli studiosi generalmente credono che siano stati scritti da lavoratori cananei o schiavi che vivevano in Egitto quasi 4.000 anni fa. Non avendo familiarità con i complessi pittogrammi del sistema di scrittura egiziano, adottarono alcuni geroglifici per rappresentare i suoni della loro lingua semitica.

Per esempio, il geroglifico egiziano per “casa” – “bayt” in ebraico antico e cananeo – è stato riassegnato per rappresentare il fonema “B”.

Una domanda importante per gli studiosi è quando e come questa prima scrittura semitica si è spostata dall’Egitto a Canaan. Le prime iscrizioni alfabetiche datate in modo affidabile nel Levante risalgono, al massimo, al XII o XIII secolo a.C., circa mezzo millennio dopo i loro predecessori proto-sinaitici.

Ecco perché il testo recentemente scoperto di Tell Lachish è così importante. “Colma il divario tra le prime scritture alfabetiche del Sinai e i testi più tardi del Levante meridionale”, dice Höflmayer a Haaretz.

Ci sono in realtà alcune altre iscrizioni levantine, tra cui una trovata su un pugnale dissotterrato a Tell Lachish, che potrebbe essere leggermente precedente, ma gli esperti sono divisi sulla datazione di questi testi e se rappresentano davvero una scrittura alfabetica, dice.

Al contrario, il frammento di Tell Lachish è stato collocato in modo affidabile nella metà del 15° secolo a.C. grazie alla datazione al radiocarbonio di materiale organico trovato nello stesso strato archeologico dell’iscrizione. Scoperto in un grande edificio che faceva parte delle fortificazioni della tarda età del bronzo di Tell Lachish, il frammento faceva parte di una ciotola di ceramica decorata importata da Cipro, scrivono Höflmayer e colleghi nell’articolo di Antiquity.

Una mappa del Levante che mostra la posizione di Tell Lachish. Foto Antiquity Publications Ltd//Höflmeyer et. al.
Fortificazioni della tarda età del bronzo a Tell Lachish, dove è stata trovata l’iscrizione. Foto Antiquity Publications Ltd//J. Dye & L. Webster, Accademia Austriaca delle Scienze

Questo non è insolito, perché nell’età del bronzo, Tell Lachish era un’importante città menzionata nei documenti dell’antico Egitto. Situata a metà strada tra Gerusalemme e Bir Saba’a (Beer-Sheva), ospitava strutture monumentali ed era un hub per le merci importate da tutto il Mediterraneo orientale. Secoli dopo, nell’Età del Ferro, divenne un insediamento chiave nell’antico regno israelita di Giuda, ed è menzionato più volte nella Bibbia.

La corsa allo zucchero cananeo

Tornando al frammento iscritto, le parole scarabocchiate su di esso sono difficili da decifrare perché il testo è molto breve e incompleto. Inoltre, la direzione di lettura non è chiara, poiché la convenzione di scrivere le lingue semitiche da destra a sinistra è stata adottata solo più tardi, nota Höflmayer.

Secondo Haggai Misgav, un epigrafista dell’Università Ebraica di Gerusalemme, le prime tre lettere del testo potrebbero corrispondere alla parola ebed, che significa “schiavo” o “servo”.

Questo non significa che la parola si riferisca ad uno schiavo reale, ma che era più probabilmente parte di un nome. All’epoca, i nomi delle persone spesso includevano la parola “servo” con il nome di un dio locale per invocare la protezione di quella particolare divinità o per simboleggiare la devozione di una persona. Equivalenti più recenti di questo nome sarebbero il nome ebraico Obadiah (servo di Yahweh) o il nome arabo Abdullah (servo di Allah).

La seconda riga dell’iscrizione è ancora più difficile da interpretare, ma potrebbe corrispondere alla parola “nophet” che in ebraico significa “nettare” o “miele”. Non è chiaro se questo significhi che l’iscrizione era destinata a contrassegnare la ciotola come vaso di miele di qualcuno, ma è la semplice esistenza di questo breve testo alfabetico a Tell Lachish nel XV secolo a.C. che ha entusiasmato i ricercatori.

“La sua sola presenza ci fa ripensare all’emergenza e alla proliferazione del primo alfabeto nel Vicino Oriente“, spiega Höflmayer.

A causa della scarsità di testi di questo periodo, molti studiosi ritengono che l’alfabeto protosinaitico non sia stato introdotto in Canaan fino al 14° o 13° secolo a.C., in un periodo in cui l’Egitto controllava direttamente il Levante. Ma il frammento di Tell Lachish, che è almeno un secolo più vecchio, mostra che la scrittura alfabetica era già presente nel Levante molto prima della conquista egiziana. Ciò suggerisce che la diffusione di questo sistema di scrittura era legata ai legami tra l’Egitto e Canaan, che erano particolarmente forti durante il Secondo Periodo Intermedio.

Protosinaitico. Foto Kwamikagami

A quel tempo (dal XVII al XVI secolo a.C.), l’Egitto settentrionale era governato dagli Hyksos, una dinastia di governanti con radici semitiche. Anche se furono ritratti come invasori dalla successiva propaganda faraonica, la maggior parte degli studiosi ora considera che gli Hyksos fossero una popolazione locale discendente da immigrati di lunga data dal Levante – forse gli stessi lavoratori semiti o schiavi che scribacchiarono i primi testi alfabetici nel deserto egiziano.

È quindi plausibile che sia stato sotto il dominio degli Hyksos che questa semplice idea di rappresentare i suoni con dei simboli, utilizzata per la prima volta dai migranti levantini in Egitto, sia migrata nella terra di Canaan. E da lì avrebbe conquistato il mondo.

 

La più antica incisione della lettera samech, anch’essa trovata a Tell Lachish, risalente al 1200 a.C. circa. Foto Tal Rogovski 

 

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