Come scrivere un racconto secondo Cortázar

  • 2 MAGGIO 2019

Uno dei migliori scrittori di racconti è Julio Cortázar. Cortázar, autore anche di romanzi, saggi e poesie, appartiene a una solida tradizione argentina di narratori di genere fantastico: ricordiamo Macedonio Fernández (1874-1952), Leopoldo Lugones (1874-1938), Jorge Luis Borges (1899-1986), Adolfo Bioy Casares (1914-1999).

Nel corso della sua carriera, Cortázar si è più volte soffermato sulla forma racconto e più volte ha dato lezioni su come praticarla.

In questo articolo intendiamo riportare alcuni dei suggerimenti dello scrittore argentino su come si scrive un racconto.

Chi è Julio Cortázar

Julio Cortázar è nato il 1914 a Bruxelles da padre diplomatico. Tornato in Argentina nel 1918, il padre abbandona la famiglia.

Interrompe gli studi alla Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Buenos Aires per insegnare in provincia, costretto dalle precarie condizioni economiche della famiglia.

Nel 1938 pubblica la sua prima raccolta di poesie: Presencia.

Tra il 1944 e il 1945 insegna letteratura francese all’Universidad de Cuyo, a Mendoza; tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta pubblica diverse traduzioni.

Il testo teatrale I re esce prima nel 1947 nella rivista diretta da Borges, «Los Anales de Buenos Aires», e poi nel 1949 in volume, senza ottenere riscontri significativi.

Nel 1951 pubblica la sua prima opera di successo, la raccolta di racconti Bestiario. Nello stesso anno si trasferisce a Parigi.

Pubblica il suo primo romanzo nel 1960: Il viaggio premio. È anche la sua prima opera tradotta, in francese.

Negli anni Sessanta pubblica diverse opere di successo: Storie di cronopios e di famas (1962), Rayuela(1963), Componibile 62 (1968).

Negli anni Settanta lo scrittore gode di fama internazionale. Va ricordata la pubblicazione, nel 1973, del romanzo Libro di Manuel: si tratta di un pastiche a tema politico che gli costa l’esilio dall’Argentina ma che gli vale anche il prestigioso Prix MédicisCortázar ne devolve i diritti d’autore a favore dei prigionieri politici argentini.

Nel 1981 gli viene diagnosticata la leucemia, muore nel 1984.

Il racconto è una sfera

Cortázar paragona il racconto a una sfera. Questo paragone rende l’idea della perfezione che deve avere la forma racconto. La sfera riporta anche alla chiusura a sua volta perfetta che deve avere il racconto. Il narratore deve sapersi muovere, in questa forma, con estrema abilità: deve celare le tracce dei confini della sfera, deve portare la forma sferica al massimo della tensione.

Questa idea, presente nel saggio Del racconto breve e dintorni (in Ultimo round, 1969), viene rafforzata nelle lezioni di Berkeley (Lezioni di letteratura. Berkeley, 1980). In queste lezioni, infatti, la sfericità perfetta della forma racconto viene contrapposta all’enorme struttura poliedrica del romanzo. Il racconto deve tendere alla chiusura.

Racconto vs. romanzo

Cortázar ha pubblicato sia racconti che romanzi con pari efficacia letteraria. Le due forme narrative sono, secondo lui, in contrapposizione.

Nella conferenza di La Habana pubblicata in rivista nel biennio 1962-1963 con il titolo Alcuni aspetti del racconto, ricorda un paragone con la boxe effettuato da uno scrittore argentino. Secondo questo paragone, un romanzo vince ai punti, mentre il racconto deve essere più incisivo dal principio.

Un racconto non contempla elementi decorativi e gratuiti, vi devono essere tensione spirituale, verticalità, profondità:

Un racconto è significativo quando spezza i propri confini con quell’esplosione di energia spirituale che illumina bruscamente qualcosa che va molto oltre il piccolo e talvolta miserabile aneddoto che narra.”

(Alcuni aspetti del racconto, in Bestiario, a cura di Ernesto Franco, traduzioni di Flaviarosa Nicoletti Rossini e Vittoria Martinetto, Einaudi, 2009.)

Lo stesso Cortàzar accosta il romanzo al cinema e il racconto alla fotografia. Il cinema/romanzo è un ordine aperto, romanzesco, in cui l’effetto di ampiezza è raggiunto anche grazie a elementi accumulativi e parziali. La fotografia/racconto richiede all’autore la capacità di circoscrivere un momento, un evento significativo che abbia un effetto di “apertura”, cioè che porti lo spettatore/lettore oltre quanto circoscritto.

Il racconto è una lotta

Cortázar in Alcuni aspetti del racconto esprime anche una visione agonistica della scrittura di un testo breve.

Il racconto è il risultato della lotta tra la vita e l’espressione scritta di quella vita, una sintesi vivente e insieme una vita sintetizzata.

La lotta ci riporta a un altro concetto fondamentale per lo scrittore argentino: la “tensione”. Il racconto deve portare al sequestro momentaneo del lettore che è reso possibile dallo stile. Lo stile deve essere intenso e teso, del tutto aderente al tema trattato, e deve evitare il superfluo, i riempitivi, le idee e le situazioni intermedie.

Il tema

Il tema di un racconto non deve essere necessariamente straordinario, ma può riguardare anche la sfera del quotidiano.

Cortázar paragona il tema a una calamita, al sole e al sistema atomico. Come la calamita, il tema deve essere capace di attrarre concetti, idee, sentimenti. Come il sole, è un astro intorno al quale gravita un sistema planetario del quale molte volte non si ha notizia. Come il sistema atomico, è un nucleo attorno al quale gira qualcosa.

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