Intervista: Francesca Manicardi e il suo Freelance Lab

Il bello di questo blog è che mi sta facendo scoprire delle realtà imprenditoriali che hanno voglia di farsi conoscere e di condividere il proprio sapere, perché dietro quelle realtà ci sono delle persone con una passione fortissima che li spinge a migliorarsi sempre. Francesca Manicardi è una di loro.

Questo mese sono felice di presentarvi un’altra traduttrice che ci racconterà la sua esperienza come freelance, un’esperienza che ha deciso di mettere a disposizione di chi è alle prime armi (e non solo) creando il Freelance Lab. Non vi resta che leggere tutta l’intervista per scoprire di cosa si tratta, e dico TUTTA perché in fondo c’è un regalino per voi.

Per chi si fosse perso la prima intervista di TRADZ, vi basta cliccare qui.

Buona lettura!

 

Francesca benvenuta su TRADZ e grazie per avermi concesso questa intervista, tengo molto a questi interventi perché uno degli obiettivi del mio blog è quello di creare un punto di incontro tra professionisti. Perciò come prima domanda ti chiedo di presentarti, per chi ancora non ti conoscesse: qual è stata la tua formazione, come sei diventata una traduttrice e in quali campi sei specializzata.

Ciao Alessandra, grazie per questa intervista! Eccomi qua: sono Francesca Manicardi, interprete e traduttrice, insegnante di lingue straniere, creatrice di contenuti e mentore per aspiranti freelance. Ho iniziato ad appassionarmi alle lingue alla materna, quando la mia scuola – forse una tra le prime in Italia alla fine degli anni ’80 – ha introdotto un percorso di avvicinamento all’inglese con una madrelingua. Ricordo che non capivo nulla, ma mi ha colpito subito quel modo “strano” di comunicare e ho iniziato a collezionare nella mia mente qualsiasi parola straniera trovavo in giro. Gli studi poi si sono focalizzati sempre lì, sulle lingue: bilinguismo alle medie, liceo classico con maxi sperimentazione linguistica, laurea triennale in Mediazione Linguistica e laurea specialistica in Interpretariato di Conferenza. Le mie lingue di lavoro sono l’inglese, il tedesco e il francese e mi sono specializzata in enogastronomia, arte e turismo, marketing, prodotti di bellezza e moda, brevetti.

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Leggo sul tuo sito, www.thefreelancelab.it, che lavori come freelance da quattro anni ormai, ma prima di aprire una tua partita IVA sei mai stata dipendente? Quali sono secondo te i vantaggi e gli svantaggi di lavorare in proprio e quindi quelli di lavorare in una azienda?

A un mese dalla laurea specialistica ho iniziato la mia prima attività da dipendente all’interno di una multinazionale: mi sono fatta abbindolare perché il mio lavoro prevedeva di usare le lingue che avevo studiato per anni, ma dovevo occuparmi della gestione dei reclami di garanzia, non esattamente il mio argomento preferito. Dopo qualche mese mi è stato offerto un impiego a tempo indeterminato e accecata dal miraggio di uno stipendio “sicuro” ho accettato un lavoro lontano da casa quanto bastava ad uscire la mattina e tornare la sera, noioso per quelle che sono le mie attitudine e con aspettative di viaggi lavorativi che non si sono mai realizzate. Ho ragionato spesso su quegli anni, chiedendomi se avevo fatto bene ad accettare quegli impieghi ritardando la mia entrata nel mondo della traduzione e dell’interpretariato da freelance, ma la risposta che mi sono data è: . Il lavoro dipendente e il lavoro da libera professionista sono due mondi molto lontani tra loro, ma entrambi possono insegnarti qualcosa di utile. Dalla mia esperienza a contratto ho imparato a redigere preventivi, a capire una fattura o una distinta di pagamento, a relazionarmi con i clienti (e con i colleghi), a organizzare il mio lavoro.

Scegliere una tipologia di lavoro rispetto ad un’altra credo sia molto soggettivo: non bisogna aprire partita iva perché “fa figo” se poi non si riesce a gestire l’instabilità che porta questo lavoro, così come non si deve scegliere un impiego dipendente solo perché così si ha la malattia pagata. Questa enorme lezione me l’ha insegnata una cavietta “diplomata” al Freelance Lab lo scorso dicembre. Durante l’ultima chiamata su Skype mi ha ringraziato per il percorso fatto insieme, ha speso bellissime parole per me e per il corso e poi… mi ha detto che proprio grazie al corso ha capito che la strada da freelance non fa per lei, ma che con le tecniche di approccio ai clienti che abbiamo visto insieme era riuscita a trovare un lavoro dipendente. Si potrebbe pensare che questa sia una sconfitta per il Freelance Lab, e invece credo proprio sia la conferma di quanto ci sia bisogno di un percorso così. Quando ho iniziato non avevo minimamente preso in considerazione un risvolto di questo tipo, ora la testimonianza di questa cavietta è uno slogan che utilizzerò per pubblicizzare il mio progetto.

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Più che parlare di vantaggi e svantaggi di lavorare in proprio o in azienda, secondo me è necessario tenere in considerazione alcune caratteristiche personali prima di fare la propria scelta. Per lavorare da freelance, soprattutto nel mondo della traduzione, bisogna non soffrire la solitudine e stare bene con se stessi, perché spesso si lavora da soli, in casa. È necessario essere – o diventare – molto organizzati per non accavallare i progetti e le scadenze, per non dimenticarsi di rispondere a un’email o per tenere monitorati i guadagni e le spese. Bisogna non andare nel panico o in ansia quando un cliente “buca” un pagamento – e ahimè, succede spesso –, oppure quando si attraversano periodi dove il lavoro latita. Occorre essere reattivi e risolvere i problemi che si presentano e sempre, sempre avere un piano B (ma anche C, D…).

Per lavorare in azienda bisogna essere bravi ad accettare “ordini” imposti dall’alto, trovarsi bene con gli orari e tempi di lavoro fissi, le ferie ad agosto e a Natale (nella maggior parte dei casi), non avere problemi a dividere un ufficio con altre persone.

Per come sono fatta io, nonostante le difficoltà che la vita da freelance presenta, non tornerei mai dietro a una scrivania da mattina a sera, dal lunedì al venerdì. Quello che mi piace dell’essere freelance e che per me è impagabile è la libertà: di scegliere con quali clienti e su quali progetti lavorare, di decidere quanto tempo dedicare al lavoro e quando partire per una vacanza, di restare in tuta e struccata a lavorare sul divano, di fare una pennichella a metà pomeriggio.

Ma veniamo ora al clou della questione: raccontaci cos’è il Freelance Lab e a chi è rivolto. Inoltre mi piacerebbe sapere come è nato questo progetto.

Il Freelance Lab è la scommessa più grande che ho fatto con me stessa e la cosa più bella che ho realizzato da quando ho aperto partita iva. Ho inventato qualcosa che non c’era (e ancora oggi non esiste nulla del genere in Italia): un percorso di mentoring per aspiranti freelance, ovvero una scuola online dove insegno le questioni pratiche della vita da liberi professionisti. L’idea è nata proprio ricordando le mie difficoltà quando ho iniziato: nessuno mai ti dice cosa serve davvero per lavorare come freelance, né tanto meno te lo insegna l’università. A suo tempo mi sono documentata tanto online, ma le risorse disponibili non parlavano mai di interpreti o traduttori. E sui forum dedicati al nostro settore non sempre c’erano le risposte di cui avevo bisogno. Così ho deciso di condividere quello che ho imparato sulla mia pelle, dai miei errori, con chi si avvicina al mondo freelance, partendo dalla mia esperienza.

In queste due edizioni del Freelance Lab hanno partecipato ragazze all’ultimo anno di università e neo laureate, ragazze con una formazione da traduttrici che hanno lavorato in altri settori, mamme e donne trasferite all’estero: tutte con la volontà di capire cosa c’è dietro all’apertura della partita iva e apprendere come gestire un lavoro da freelance. Questo non significa che il Freelance Lab sia riservato alle donne, anzi! È nato con l’idea di creare una maggiore solidarietà femminile che a volte è difficile da raggiungere, anche nel nostro settore, ma chiunque voglia aprire partita iva e lavorare come freelance, uomo o donna, è il benvenuto!

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Ci sono delle novità in arrivo per il Freelance Lab quest’anno? Raccontaci quali sono i tuoi progetti futuri.

Il Freelance Lab come è esistito fino a dicembre 2017 non ci sarà più perché troppo impegnativo per me e troppo costoso per le partecipanti. Però ho deciso di variare l’offerta in modo da soddisfare praticamente tutti i gusti! Ho creato il servizio di consulenza online SU SKYPE per chi ha bisogno di risolvere un dubbio o un problema specifico o per chi ha bisogno di un parere esterno su una questione lavorativa che sta affrontando. Si può acquistare un’ora singola oppure a pacchetti da 5 o 10 ore per chi invece vuole essere affiancato a lungo.

La novità più grande del Freelance Lab l’ho svelata lo scorso dicembre con il Calendario dell’Avvento riservato agli iscritti alla newsletter: il Freelance Lab IN AULA. Finora le “lezioni” sono sempre state online e in diretta e per quanto il rapporto con le caviette sia diventato presto molto stretto, ho voluto dare la possibilità a chi preferisce il contatto umano di venire in aula con me e conoscermi di persona. Le lezioni in aula saranno suddivise in tre venerdì consecutivi e si svolgeranno a Bologna. Il 6 aprile parleremo di regimi fiscali, business plan e tariffe, il 13 aprile di organizzazione, pianificazione e finanze
e il 20 aprile di clienti, marketing e branding. In più, ad affiancarmi in questa nuova avventura ci saranno due amiche: Carlotta Cabiati, commercialista, parlerà la prima giornata di corso dei regimi fiscali italiani e delle alternative alla partita iva, e Chiara Battaglioni, Professional Organizer ci aiuterà nella seconda giornata a fare ordine nella nostra vita lavorativa.

Entro la fine del mese di febbraio – spero! – inaugurerò il Freelance Lab IN VIDEO, l’equivalente delle dirette degli anni scorsi. Non mi sbilancio ancora nei dettagli di questo servizio perché sto definendo le ultime cose e poi… mi piace sorprendere, e voglio mantenere un po’ di suspance! Anticipo solo che sarà un’offerta ricchissima. Infine, ma non meno importante degli altri servizi, ci sarà la newsletter che cercherò di mandare regolarmente. Tramite l’invio delle email aggiornerò gli iscritti sulle novità del Freelance Lab, manderò qualche sconto e soprattutto condividerò esperienze, risorse e strumenti utili per una vita da freelance più semplice e felice. E per i nuovi iscritti c’è un regalo! [Quindi iscrivetevi :)]

L’ultima domanda la riservo sempre ai consigli per i meno esperti. Nel tuo caso ti chiedo quale consiglio daresti a un giovane traduttore o traduttrice che sta pensando di aprire partita IVA, quali sono i punti che devono considerare? Ovviamente poi si devono iscrivere al Lab per scoprire il resto!

Caro aspirante traduttore o traduttrice freelance, di consigli da dare ce ne sono tantissimi! Per cominciare ti consiglio di guardare il video del mio intervento al Freelance Camp di Roma dell’anno scorso, dove ho presentato il progetto del Freelance Lab e dove in dieci minuti spiego “i fondamentali” del lavoro freelance.

Nella mia personale classifica dei consigli più importanti però ci sono anche: assicurati di avere un’ottima preparazione linguistica e di traduzione, è alla base del tuo lavoro; sii curioso e non smettere di cercare, di imparare cose nuove; abbi ben chiaro il perché vuoi fare questo lavoro, ti servirà nei momenti duri; non demoralizzarti, tutti abbiamo alti e bassi; creati un “gruppo di supporto”, come agli alcolisti anonimi: qualcuno che faccia il tifo per te, ti tiri su di morale e ti dia un calcio nel sedere, all’occorrenza. Un po’ come facciamo al Freelance Lab ?

BY TRADDELI

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